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Post - minimunscazz

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L'angolo degli scrittori / Re:Mi presento
« il: Dicembre 05, 2011, 15:07:41 pm »
Accade, ad alcuni, di credere di conoscere già tutto, ed è per costoro un vero peccato che il credere e il conoscere non abbiano una misura comune.
"Tutto" è termine impegnativo, perché implica non escludere niente da questo conoscere. Anche quando si è consapevoli dei princìpi universali ordinatori della manifestazione della realtà relativa si conoscono perfettamente quei princìpi, non automaticamente anche le loro conseguenze. La consapevolezza dei princìpi universali implica assenza del dubbio, perché è una conoscenza assoluta; questo poter conoscere in modo immediato e diretto attraverso l'Ispirazione spirituale non è un conoscere tutto. C'è una detto Sufi che esprime meglio di quanto potrei io questa così rara realtà:
La Certezza è come l'infinità interna del Mistero assoluto la quale non può esaurirlo.

La via della conoscenza la si percorre col sacrificio di sé, e non è una questione di abilità mentale e discorsiva, ma è la realizzazione individuale di chi è teso all'universale e, in questo suo procedere, lascia la propria individualità per una centralità talmente piccola da riuscire a contenere il tutto.

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L'angolo degli scrittori / Re:Booktrailer
« il: Dicembre 05, 2011, 14:32:07 pm »
Il periodo medievale è stato tutt'altro che un momento storico interessato soltanto alle battaglie, anzi... È stato il tempo dell'onore e dei princìpi di difesa dei deboli che mai come allora si è ripetuto. Che fosse un'era d'oscurità può crederlo solo il nostro pensare di essere l'unica vera civiltà... dei bollini premio...

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L'angolo degli scrittori / Re:Mi presento
« il: Dicembre 04, 2011, 08:51:34 am »
A me piace molto la massima: "La perplessità è l'inizio della conoscenza"
... e nella perplessità ricade ogni tanto anche qualche mia convinzione, o presunta tale !

Nella sua accezione principale la perplessità esprime un'indecisione che nasce dall'incertezza. La conoscenza, al contrario, è il modo nel quale la consapevolezza si sostituisce al dubitare. Essere consapevoli significa conoscere i princìpi universalmente applicabili che ordinano l'esistenza. Dire che è attraverso il dubbio che il conoscere prende forma equivale ad affermare che dalle nuvole si forma il sole. Naturalmente il processo del fiat lux ha necessità dell'oscurità per essere, ma questo non significa che la luce è conseguenza del buio. Quella tra l'aspetto superiore dell'oscurità, così generosa da lasciarsi illuminare dalla luce, e la luce stessa, è una divisione fatta arbitrariamente dall'uomo. In realtà oscurità e luce sono una sola e unica realtà, all'interno del principio indiviso che manifesta le possibilità universali di essere della Realtà che è più dell'essere: l'Assoluto senza nome.
L'inizio della conoscenza è la coscienza, figlia dell'Intelligenza universale quando è nell'individuo. Il dubbio è parte dell'intelligenza individuale, ma cessa di esserlo quando l'intelligenza ha accesso all'universalità dei princìpi ordinatori della realtà relativa. È, questo, un accesso possibile perché l'uomo è molto più di ciò che crede di essere, e in esso la centralità universale di cui egli è parte lo collega a questa possibilità centrale e sovra individuale.

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Come si scrive e parole curiose / Re:D eufonica
« il: Dicembre 03, 2011, 12:58:14 pm »
Un'eufonia indica ciò che ha un suono piacevole, dunque per "d" eufonica si deve intendere l'uso della "d" per addolcire la musicalità di un'espressione fonetica. Ad esempio non è da considerarsi corretto, perché la "d" sta tra la vocale "a" e la vocale "e". Per essere eufonica la "d" dovrebbe armonizzare il suono tra una "a" e un'altra "a". Non c'è una regola stabilita rigidamente e, in sé, non è da considerarsi un vero errore da sancire con pene superiori all'amputazione del dito che ha scritto, ma come sovente accade l'elasticità di una lingua fa riferimento all'uso che ne è stato fatto da eminenti scrittori. Ad esempio è considerata espressione consueta e, per questo, tollerata a causa del suo uso abituale, ma se ci si abitua elidendo la "d" il suono non risulta cacofonico. Tra: "portare a esempio", oppure "portare ad esempio", io preferisco il primo.

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Ciao, sono una "multi brizzolata", come direbbe la mia amica Vit e con il passare degli anni penso che la cultura serva e serva anche molto.
 Spesso mi dolgo di non essermi applicata nella giusta maniera durante gli anni scolastici.
 Pensare ad esempio di poter aiutare gli altri, che per un qualsiasi motivo non hanno nemmeno le basi , già riempirebbe la nostra vita.

Se non fossi in accordo con ciò che scrivo non lo scriverei. Non mi sembra di aver detto che non mi piacciono le cose che scrivo, piuttosto so che non è attraverso la scrittura che si può esprimere l'inesprimibile. Non la cultura può aiutare in qualsivoglia processo di comprensione, ma il modo in cui i saperi trovano accordo e sintesi tra loro. C'è una grande differenza tra il memorizzare nozioni e il comprenderne il senso. Il termine "cultura" indica l'accumulo di dati e non il modo in cui sono accatastati. La cultura, e lo scrivere che le è asservito, esprimono sia valori che emozioni, dunque intellettualità e sentimento; due piani di realtà frequentemente in disaccordo tra loro, perché l'intelligenza cerca princìpi stabili, mentre il sentimento, più legato alle intemperanze proprie della dimensione fisica, muta secondo il variare delle circostanze. È instabile il sentimento. La cultura imprime gli errori di un sentire comune, cangiante al mutare delle latitudini, che deforma i princìpi trasformandone la natura che dovrebbe essere universale, in una particolare disposizione a farsi i propri interessi, siano questi individuali, che generali, di un popolo o di una razza.

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L'angolo degli scrittori / Re:Mi presento
« il: Dicembre 01, 2011, 09:45:25 am »
Io sono uno di quelli dai quali è bene star lontani, se non si apprezza il mettere a rischio le proprie, cementate, convinzioni.
Dal giorno in cui ho dovuto io stesso rottamare i miei credere e non credere ho "creduto" fosse un bene donare la mia benedetta tragedia anche ad altri. Naturalmente sono consapevole di donare cose che non possono essere agevolmente comprese, a causa della necessità che ha ognuno di arrivarci con le proprie forze, ma sono un testone e nonostante sappia, con estrema certezza, di sollevare soltanto antipatie... continuo a farlo insensatamente mentre lotto, senza convinzione, con la parte peggiore di me che sussurra sia sempre un bene il donare. L'altra parte dice che dipende da cosa si regala, ma le do poco ascolto pur sapendo che ha ragione.

Col solito ritardo che anima il mio decidere lascio il link del blog dove infilo alcune delle cose che scrivo. Non ho pubblicato nulla, fino a oggi, perché sono un presuntuoso che mai ha inviato i propri scritti alle case editrici. Scrivo di argomenti ostici e solo i miei raccontini potrebbero destare un qualche interesse negli individui con seri problemi di sopravvivenza e qualche disagio psichico...
http://metafisica-vajmax.blogspot.com/

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Appartengo al genere maschile, anche se di peli sul petto ne ho pochi. Grazie per il benvenuto. Mi piace scrivere, ma non posso dire che il farlo abbia rubato tempo al mio vivere, considerato che scrivo da soli quattro anni. È una cosa triste perché ci sarebbero una miriade di occupazioni meno indecenti, e la passione per la scrittura di solito indica che non resta più spazio interno dove accatastare i problemi. Spesso significa che appena si inizia a parlare le persone fuggono per prati, ringraziando il cielo che mi ero dimenticato di chiudere a chiave la porta di casa. Naturalmente non adoro nemmeno il leggere, perché i pregiudizi sono rafforzati dal leggere. Non credo che la cultura migliori le persone, e sono certo sia più facile intuire la vita e le leggi che ne ordinano il fluire quando la si consideri mentre si è culturalmente in mutande.

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Piacere di poter conoscere (si dice per dire) altre diversità

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