Accade, ad alcuni, di credere di conoscere già tutto, ed è per costoro un vero peccato che il credere e il conoscere non abbiano una misura comune.
"Tutto" è termine impegnativo, perché implica non escludere niente da questo conoscere. Anche quando si è consapevoli dei princìpi universali ordinatori della manifestazione della realtà relativa si conoscono perfettamente quei princìpi, non automaticamente anche le loro conseguenze. La consapevolezza dei princìpi universali implica assenza del dubbio, perché è una conoscenza assoluta; questo poter conoscere in modo immediato e diretto attraverso l'Ispirazione spirituale non è un conoscere tutto. C'è una detto Sufi che esprime meglio di quanto potrei io questa così rara realtà:
La Certezza è come l'infinità interna del Mistero assoluto la quale non può esaurirlo.
La via della conoscenza la si percorre col sacrificio di sé, e non è una questione di abilità mentale e discorsiva, ma è la realizzazione individuale di chi è teso all'universale e, in questo suo procedere, lascia la propria individualità per una centralità talmente piccola da riuscire a contenere il tutto.