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Un fiore al giorno

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Giò:
             
                                                PUNGITOPO

                           

Il vischio, l'agrifoglio ed il pungitopo sono le piante che in genere si usano regalare per buon auspicio durante le feste natalizie. In verità, da parecchi anni, ho notato che nei negozi dei fiorai in questo periodo predomina la Stella di Natale.


Il pungitopo, o pugnitopo, nome volgare del Ruscus aculeatus, comune nella macchia mediterranea, è una pianta cespugliosa sempreverde alta dai 30 agli 80 cm, provvisto di cladodi, fusti trasformati che hanno assunto la funzione delle foglie, divenendo ovali, appiattiti e rigidi, con estremità pungenti. Poco sopra la base dei cladodi, in primavera, si schiudono i minuscoli fiori verdastri, e quindi i frutti, che maturano in inverno, e che sono vistose bacche scarlatte grosse come ciliegie. È specie indicatrice di mediterraneità, costituendo una delle componenti del sottobosco delle pinete e delle leccete.

CURIOSITA'

I semi, opportunamente tostati, venivano un tempo impiegati come sostituti del caffè.
Il nome fa riferimento al fatto che anticamente veniva messo attorno alle provviste, per salvaguardarle dai topi. Con l’espressione “pungitopo maggiore” si intende comunemente l’agrifoglio.   CIAOX CIAOX

Giò:
 

                                                              IBISCO

                                           


La prima volta che mi hanno regalato questa pianta  non sapevo che il suo fiore durasse un solo giorno, tale particolarità mi metteva tristezza.
 Ora la mattina vado a controllare se il fiore si è aperto e lo guardo intensamente, per assaporarne la bellezza. E' così bello che mi sembra quasi giusto non debba sopportare le avversità della vecchiezza.



L'Ibisco (Hibiscus L., 1754) è un genere delle Malvaceae che comprende circa 300 specie tra piccoli alberi, arbusti e piante erbacee annuali o perenni. Il nome deriva dal greco e probabilmente fu assegnato da Dioscoride, il più famoso medico dell’antichità, vissuto nel I secolo dopo Cristo.
Molto apprezzato nei Paesi del Centro America quali le Hawaii dove specie provenienti dalla Cina si sono incrociate con le specie endemiche hawaiane dando origine a delle piante spettacolari. Troviamo però grandi coltivazioni di ibisco anche in Australia, Nuova Zelanda.
Altre specie erbacee originarie del Nord America sono l'Hibiscus militaris dai larghi fiori campanulati colorati di rosa-crema, e l'Hibiscus moscheutos che hanno dato origine a varietà dai fiori dai colori rosso, rosa, bianco, giallo e arancione.

Tra le 300 specie d’interesse economico abbiamo l'Hibiscus cannabinus utilizzato nell'industria cartaria per il suo alto contenuto in cellulosa e nell'industria della canapa.
In Polinesia, da sempre, l’ibisco è portato tra i capelli dalle ragazze; i ragazzi invece sono soliti appoggiarne un fiore sull’orecchio destro, se sono fidanzati, sull’orecchio sinistro, se sono “liberi”. L'Hibiscus esculentus viene coltivato nei paesi tropicali e subtropicali per i suoi frutti raccolti immaturi e usati come alimento. Famoso è il consumo di insalate di malvacee presso gli antichi romani, non foss’altro che per le indigestioni che ne faceva Cicerone.
I suoi fiori sono delicati e leggerissimi e hanno una durata molto breve, di solito un giorno; per questo regalando l’ibisco si vuole esaltare la bellezza fulminea e fugace. Il linguaggio amoroso ottocentesco si è sbizzarrito su questo fiore: donarne uno all’amata significa “tu sei bella”, il siriaco a fiore bianco ne loda la lealtà e rosso la pazienza del corteggiatore, mentre i colori cangianti attestano un rifiuto. Il rosso sangue, inutile dirlo, è “ferita al cuore”.

Gianni:
Bellissimo ... potrebbe quindi rappresentare la famosa frase Carpe diem

Milena:
bellissimo questo fiore Concordo :) E' impossibile per me rimanere indifferente quando la vedo ANGEL

Giò:


                                                     ALLORO

                                 

Originario dell'Asia, oggi è distribuito ampiamente in tutta l'Europa e nell'area mediterranea. In Italia è diffuso lungo le coste tirreniche e adriatiche e in Sardegna. Oggigiorno è una delle piante più comunemente usata per le siepi. Raggiunge dimensioni anche notevoli (fino a 10m) allo stato spontaneo. Nell'antica Grecia, l'alloro era considerato sacro ad Apollo e il più alto onore per un poeta greco consisteva nell'essere incoronato con una ghirlanda di alloro con foglie e frutti. I Romani, invece, lo adoperarono quale simbolo di successo, specialmente in guerra.
Nella cucina l'alloro viene usato per insaporire le carni. In passato, si riteneva che l'odore dolce e pungente della foglia di alloro, coriacea e di colore verde scuro, avesse la proprietà di purificare l'aria. Dal frutto -una drupa verde, grossa e ovale che diventa nera a maturazione in ottobre- ancor più aromatico delle foglie, veniva estratto un olio essenziale.


CURIOSITA'

Oggi l'alloro viene usato normalmente nella cucina di tutto il mondo per il suo aroma. La particolarità è che le sue foglie non perdono l'aroma dopo la cottura.

In Emilia Romagna (Italia) dalle sue bacche si ottiene un delizioso liquore chiamato Laurino. CIAOX CIAOX

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