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Il dolce sapore del cielo

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prometeo:
Presentazione “ Sulle ali della libertà” Roma 20.06.2011

In un pianeta denso di mutamenti economici, sociali e politici, con la Cina sempre più protagonista
sulla scena mondiale, le previsioni dicono che nel 2016 sarà la prima potenza mondiale, scalzando gli U.S.A., si ergono due esseri umani di diversa età, Jonathan in Italia ed Hao nella terra del dragone, sognatori di libertà, intesa come soddisfazione delle necessità materiali e spirituali, di uguaglianza sociale, di fratellanza e di giustizia.
I loro animi trasudano amore per il genere umano, speranza di un mondo diverso e migliore, sogno per una vita goduta da ogni persona  in tutto il suo splendore.
Il movimento “Le ali della libertà”, fondato da Hao, si pone come frontiera per il mondo, come nuova dimensione sociale con al centro le esigenze degli esseri umani.
La vecchia società, in lotta tra i vari interessi di aerea geografica, nazionali, particolari, ma unita contro chi vuole superarla, si oppone alle nuove istanza popolari ed usa ogni arma per bloccarle.
La storia però non si ferma alla volontà di alcuno e fa il suo corso, basato su nuove realtà già radicate nel contesto socio-economico presente, che si afferma con tutta la sua forza.
“Sulle ali della libertà” vuole essere uno sguardo al futuro nell’osservazione del presente, partendo dal passato, e prefigura una potenziale tappa storica, forse non lontana.
Jonathan ed Hao sulle ali della libertà volano in alto, pieni d’amore, nel cercare di realizzare il “sogno”, presente in ogni animo umano, di una vita tranquilla, serena, felice.
Per loro la libertà materiale e la libertà spirituale sono intimamente legate l’una all’altra e, presupponendo uomini liberi, può essere concepita soltanto da uomini liberi.
Nel romanzo la storia personale di Jonathan ed Hao s’interseca con quella del mondo e mette in risalto la loro grandezza morale indirizzata all’umanità intera per un mondo nuovo in cui la vita e la felicità non siano solo parole, ma realtà tangibili.

Nell’attuale società l’interesse è il principio di ogni morale, anche se non coincide con quello umano,  nella società de “Le ali della libertà” l’interesse personale corrisponde a quello umano.
L’essere umano è libero non per la forza negativa di evitare questo o quello, ma per la capacità positiva di affermare la sua vera individualità in una dimensione socio-economica  dove  può liberamente estrinsecare la propria vita.

La società per cui lotta “Le ali della libertà” è una realtà in cui nessun essere umano è schiavo di un altro né materialmente né moralmente.
Il movimento lotta per la pace, per la fratellanza, l’uguaglianza, la libertà; per una dimensione dove ognuno dia il suo contributo sociale e riceva la possibilità di soddisfare i suoi bisogni materiali e spirituali.Un mondo dove uomini e donne abbiano l’opportunità di vivere come meglio credono e siano essi a decidere il loro presente ed il loro futuro.
Un poeta anonimo scriveva:

” Sii dolce con te stesso;
hai diritto di stare al mondo.
Con tutte le ipocrisie
le ingratitudini
e i sogni andati in fumo,
il mondo è ancora bello!
Metti uno specchio nell’anima
e lotta per essere felice!”

Jonathan ed Hao cercano ciò che amano perché non vogliono accontentarsi di ciò che trovano e sanno che i grandi mutamenti storici iniziano con un sussurro, ma poi rovesciano i tavoli della storia.



prometeo:
Solo il comunismo può donare una vita vera!
Gli ultimi dieci anni hanno visto da parte dei governi e dalle aziende un attacco feroce ai diritti, alle condizioni di lavoro ed ai salari dei lavoratori.
La disoccupazione è aumentata,  la precarietà è divenuta stabile e costante, le pensioni, finanziate con i contributi di chi lavora, hanno visto una riduzione in percentuale, insieme all’aumento dell’età pensionabile.
Le imprese, nonostante le continue lamentele hanno continuato a sfornare profitti, comprese le banche, artefici della situazione critica del 2008 e finanziate con i soldi degli Stati e quindi nostri.
La crescita mondiale si aggira intorno al 4.2 %.
Dal 2001 al 2011, secondo l’Istat l’inflazione è aumentata del 20%, i salari solo del 13 %.
I lavoratori hanno perso ben il 7 % di potere d’acquisto! Questo nonostante alcuni abbiano promesso il paradiso in terra.
In Italia, sempre secondo l’Istat il 10% delle famiglie possiede il 50% della ricchezza nazionale, mentre 2.9 milioni di persone vivono in  condizione di povertà assoluta e circa 8 milioni di povertà relativa.
Il 90.8 % del reddito complessivamente dichiarato proviene dal mondo del lavoro dipendente, il 5% dai redditi d’impresa ed il 4.2 % dal lavoro autonomo.
In questo scenario triste, a volte tragico per i lavoratori, tra luglio ed agosto il governo Berlusconi-Bossi- Scilipoti ha presentato tre manovre finanziarie, operative tra quest’anno ed il 2014, per un valore di circa 130 milardi di €.
Sono misure che colpiscono essenzialmente il lavoro dipendente pubblico e privato e che attaccano, nell’art. 8 del decreto del 13.08.2011, lo statuto dei lavoratori e l’articolo 18, inserendo la possibilità di licenziare, senza giusta causa o giustificato motivo, con accordi aziendali o territoriali in deroga.
In campo sanitario si realizza l’introduzione del ticket
di 10 euro per le visite specialistiche, in aggiunta al costo in atto, e 25 € per visite al pronto soccorso ritenute di codice bianco.
In campo previdenziale
si programma di portare in modo scaglionato il pensionamento delle donne del settore privato a 65 anni;
si vuole anticipare gli scaloni di pensionamento in atto, ponendosi come obiettivo il pensionamento a 70 anni per gli uomini;
ricordiamo che i parlamentari possono andare in pensione a 50 anni e, pur con una singola legislatura, avere diritto ad una pensione minima di oltre 3000 € nette. Chi ha più legislature può arrivare ad una quota pensionistica di oltre 8000 € nette;
si riduce la rivalutazione delle pensioni in rapporto all’aumento dell’inflazione;
si riduce la platea e la quota delle pensioni di reversibilità,
s’incide fortemente sulle pensioni d’invalidità e sull’indennità di accompagnamento.
In campo assistenziale e fiscale
si prevede una riduzione delle detrazioni fiscali per il reddito sia da lavoro dipendente sia da pensione;
si vuole incidere pesantemente sulle agevolazioni legate al TFR, agli assegni familiari;
s’intende tagliare gli sgravi fiscali  sulla prima casa, sulle spese mediche, sulle ristrutturazioni, sulle tasse universitarie ed altri.
Quest’azione ridurrebbe in modo significativo gli stipendi ed il governo metterebbe mani e piedi nelle tasche degl’italiani!
Festività:
la prima stesura prevedeva l’abolizione delle festività laiche, in commissione queste sono state ripristinate, ma verrebbe abolita la festa patronale.

Nel pubblico, oltre al blocco dei contratti di lavoro e delle retribuzioni fino al 2014, alla perdita di centinaia di migliaia di  posti di lavoro, s’intende dare la liquidazione al lavoratore dopo 24 mesi dal pensionamento , pur essendo soldi suoi;
s’inaspriscono le regole sulla mobilità, sui trasferimenti, sull’aspettativa.
Si attaccano i servizi pubblici con la volontà di privatizzarli, non dando conto al referendum di giugno, con la volontà di fare profitti e non venire incontro alle esigenze dei cittadini.
L’attacco all’articolo 18 e la volontà di dare all’impresa libertà assoluta, al di là dell’etica, dei diritti e delle leggi mostra la volontà del governo al servizio delle aziende, delle banche, dei ricconi e degli evasori di voler trattare i lavoratori dipendenti come bestie da soma, che quando non servono, possono essere alienate e quindi licenziate.
In Italia l’evasione e l’elusione fiscale supera i 350 milioni di €. La medesima cifra raggiunge il lavoro nero.
Basterebbe che tutti pagassero le base in base al reddito ed il problema del debito pubblico sarebbe risolto, avendo anche parecchi milioni di € per investire e creare opportunità di lavoro.
Invece il governo dei ricconi, delle aziende, delle banche e degli evasori non toglie un euro a queste categorie.
Porta via soldi a chi ha poco e continua a dare a chi ha molto ed usufruisce, nel caso degli evasori, dei servizi dello Stato senza contribuire alle sue spese.
E’ ora che la classe lavoratrice prenda coscienza che in questo sistema conta solo il profitto e che gli esseri umani sono solo pedine per giungere a quella meta!
Bisogna lottare duramente contro l’assedio feroce del governo e dei suoi rappresentati, ma se vogliamo avere una vita e goderla in tutto il suo splendore è necessario costruire una società comunista.



prometeo:
La democrazia borghese: una trappola per gli sfruttati.
Gli apologeti della democrazia borghese tendono a rappresentare questo sistema economico sociale
come il migliore e come l’ultima frontiera dell’umanità.
Uno dei valori più importanti, secondo loro, è che tutti con il voto contribuiscono alla scelta dei governanti.
La libertà e l’uguaglianza si realizzano dentro le urne!
Una testa, un voto!
Eppure la possibilità d’incidere sulle elezioni varia a seconda del potere economico, finanziario, informativo. Un cittadino qualsiasi non ha la stessa possibilità di coagulare voti come un grande gruppo economico e finanziario, presente nella rete dell’informazione e della formazione del pensiero.
Una testa, un voto è un inganno!
Visto che un Berlusconi qualsiasi rappresenta una testa, ma più voti, grazie alle disponibilità d’incidenza sul pensiero dei cittadini.
Gli ultimi avvenimenti, con i diktat del F.M.I. e della B.C.E., hanno ulteriormente dimostrato l’inganno dell’ideologia democratica.
Questi organismi non sono stati votati dai cittadini, eppure dettano nel dettaglio le politiche economiche dei governi in nome del profitto e per salvare, come già nel 2008, i bilanci delle banche.
I cittadini vedono aumentare la disoccupazione, la perdita di diritti, la riduzione dei salari con l’unico obiettivo di garantire il profitto economico e finanziario con piani di organismi non democratici.
La democrazia borghese è una trappola per gli sfruttati!
Le parole d’ordine di quest’epoca sono libertà, uguaglianza, proprietà. In realtà significano asservimento materiale e spirituale, miseria, sfruttamento.
I dati sulla non soddisfazione dei bisogni primari nel mondo sono tragici. Più aumenta la ricchezza è più cresce la miseria. Più il capitalismo si radica in ogni parte del mondo e più s’incrementa lo sfruttamento.
Nei fatti il capitale ha esaurito il suo compito storico e si avvia a passare la mano!
La parole d’ordine del mondo nuovo sono abolizione delle classi, soddisfazione dei bisogni materiali e spirituali del genere umano, tutto in comune.
Fin quando vi saranno le classi ogni discorso sulla libertà e sull’uguaglianza è solo un modo per ingannare i lavoratori e difendere gl’interessi della borghesia.
Non basta cambiare governo per cambiare condizione, se alla base vi è sempre il modo di produzione e distribuzione della ricchezza capitalistico.
D’altronde oggi, analizzando le proposte dei governi e delle opposizioni, si nota una concordia sull’aumento dello sfruttamento della classe lavoratrice.
I partiti parlamentari d’altronde rappresentano le varie frazioni borghesi e nessuno di loro si propone per esempio di abolire il precariato, di tornare alle vecchie norme pensionistiche, di aumentare gli stipendi, che negli ultimi dieci anni hanno perso circa il 10% di potere d’acquisto, d’instaurare uno stipendio minimo per i periodi di disoccupazione, come in Francia e Germania.
Le organizzazioni sindacali, collaterali all’azione del governo e della borghesia, con la CGIL che cerca di governare il malcontento, sono complici del peggioramento delle condizioni di lavoro e di vita dei lavoratori.
Sono nostre organizzazioni, sono nostre case, ma sono dirette da estranei alle esigenze del  mondo del lavoro.
Il tempo della storia sta per metterci di fronte a nuove opportunità per superare il capitalismo, sempre più imputridito e sempre più contro il genere umano.
Dobbiamo essere pronti ed organizzati ad affrontare situazioni dure, ma nello stesso tempo entusiasmanti, per essere parte di una grande Storia.

Giò:
Speriamo.........dove ti giri c'è da combattere, sarà l'età......ma sono tanto stufa di vedere solo privilegi che non si riescono a scalzare.

prometeo:
Il futuro è nella lotta per il comunismo!
Il prodotto lordo mondiale aumenterà nel 2011 del 4.2 %, nel 2012 del 3.8 %. Non esiste di conseguenza una crisi mondiale. Vi sono aree che viaggiano a ritmi più sostenuti, per esempio i Paesi del BRIC (Brasile, Russia, India, Cina) ed altre che soffrono margini di crescita non alti, ad esempio l’Europa, con differenziazioni tra Paesi e Paesi, e gli U.S.A.
I veri problemi che si sono posti in questi ultimi anni sono;
1)   il divario di valori sempre crescente tra economia e finanza, con quest’ultima sempre meno lo specchio dell’economia reale e creatrice di strumenti finanziari altamente aleatori;
2)   la diminuzione della domanda nell’area euro e dollaro.
La prima realtà ha portato al fallimento di alcune banche, in U.S.A. ed in Europa, ed indebolito altre a causa della detenzione di titoli costruiti di aria. Ha significato pure situazioni di criticità per alcune imprese nelle due aree, esposte dal lato finanziario su investimenti “tossici”.
Gli Stati interessati hanno cercato di salvare le banche e le imprese interessate, immettendo nelle loro casse milioni di dollari e milioni di euro.
Questa enorme quantità di denaro è stata prelevata in vari modi, con l’aumento delle tasse e con la riduzione dello Stato sociale, in modo principale, dalle tasche dei cittadini.
L’aumento dell’età pensionabile per gli uomini e le donne, la riduzione della spesa sanitaria, la diminuzione degl’investimenti scolastici, salvo la scuola privata e gl’insegnanti di religione, il minor flusso di denaro dallo Stato alle regioni ed agli enti locali ed altri interventi di questo tipo sono serviti a finanziare le banche e le imprese.
Si aggiungano a queste misure le norme sul mercato del lavoro, penalizzanti in entrata ed uscita, e sul pubblico impiego, incidenti sullo stipendio e sulla sicurezza del posto di lavoro.
Questa realtà globale ha portato ad una situazione di calo della domanda interna in molti Paesi, tra cui l’area U.S.A. e l’Europa, a causa degli stipendi sempre più magri e dell’aumento delle persone non inserite nel mondo del lavoro.
Queste aree, tra cui l’Italia, hanno pensato con i provvedimenti,via via intrarpresi per salvare le banche e le imprese, che l’aumento dell’export, soprattutto verso l’area dei BRIC, avrebbe compensato la debolezza interna nell’accumulazione di profitti.
Questo è avvenuto, ma solo in parte, perché anche le aree asiatiche non viaggiano più ai ritmi di crescita degli anni precedenti, ed ha portato ad una divaricazione del rapporto debito-P.I.L.
Gli ultimi avvenimenti mostrano Paesi in grande difficoltà produttiva e finanziaria, Grecia, Italia,Spagna,Portogallo e la stessa Francia.
La ricetta delle associazioni internazionali e delle banche centrali è sempre la stessa. Far pagare ai cittadini, ai lavoratori ed ai pensionati in particolare, il finanziamento dello Stato, accumulatore per le banche,che in Italia hanno bisogno di 108 miliardi di euro per rifinanziarsi, e le imprese.
Le ultime misure prese in Grecia ed in Italia vanno in quella direzione. Così pure sembrerebbe per il futuro.
Eppure sarebbe molto semplice risolvere il problema se vi fosse la volontà di affrontarlo in modo corretto.
In Italia basterebbe prendere i seguenti provvedimenti per tentare di porsi in una condizione vantaggiosa:
1)   lotta all’evasione ed al lavoro nero per recuperare oltre 400 miliardi di euro;
2)   lotta alla corruzione, altri 60 miliardi;
3)   abolizione del finanziamento a fondo perduto alle imprese, altri 60 miliardi;
4)   abolizione degli enti inutili ancora esistenti;
5)   netta riduzione dei costi della politica;
6)   patrimoniale ai redditi alti del 4% per un contributo di circa 400 miliardi.
Vi sono altre misure da poter prendere, ma credo che queste basterebbero per risolvere la questione del debito italiano senza colpire gli stipendi, il lavoro, la domanda interna.
Anzi ci sarebbero le possibilità di intraprendere una grande azione di opere pubbliche ad iniziare dalla cura del territorio e dei fiumi;
dalla messa in sicurezza delle scuole, quasi tutte fuori norma dal lato della sicurezza;
dalla manutenzione di strade e ferrovie.
Si potrebbero ridurre le tasse sui lavoratori e pensionati e si potrebbero eliminare le tasse sui servizi dello Stato, che paghiamo tre volte, con la tassazione, con i ticket, con il malservizio.
Tutto ciò non viene fatto e per un solo motivo. Bisogna salvaguardare il profitto e la rendita.
Ecco perché questo sistema non potrà mai essere dalla parte di tutti i cittadini ed in specie di chi lavora.
Non riforme ci vogliono, ma nuovo assetto socio-economico!
Solo il comunismo potrà soddisfare il bisogno che abbiamo di libertà dalle necessità materiali e spirituali, di uguaglianza, di fratellanza, di giustizia, perché il comunismo vuol dire “tutto in comune” e mette al centro della produzione e distribuzione l’essere umano, non il profitto.

 

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