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Topics - prometeo

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Parliamo in libertà / Il dolce sapore del cielo
« il: Febbraio 01, 2012, 14:05:14 pm »
I “pugilatori a pagamento “ ed i fatti con la testa dura.
Negli anni 90 del secolo scorso  si dibatteva molto sullo sblocco del mercato del lavoro in entrata, che, secondo “i pugilatori a pagamento”, economisti, giornalisti, politici, individui del sindacato al servizio del profitto, bloccava lo sviluppo dell’occupazione. Tra la fine di quel decennio e l’inizio del nuovo secolo abbiamo visto l’ufficio di collocamento perdere la sua funzione, crescere innumerevoli agenzie interinali, nuove forme di caporalato, affacciarsi nella legislatura del lavoro nuove tipologie di contratti, nel nome della flessibilità, che certificavano una precarietà diffusa.
Queste novità, unite alla storica realtà di stipendi bassi del capitalismo italiano,  miravano, in ultima istanza, a rendere competitive le merci italiane di quei settori maturi, tessile, calzaturiero, che si trovavano a competere con le produzioni dei Paesi in via di sviluppo, non potendo l’Italia concorrere, se non in rari casi, nei settori a più alto contenuto tecnologico, ormai inesistenti nel “bel Paese”.
Con l’affacciarsi del nuovo decennio quella scelta politico-economica, che ottimi risultati ha prodotto per il profitto e misere realtà per i lavoratori, nonostante le roboanti promesse elettorali dei governanti, non dimostra di poter essere efficace per affrontare il futuro del capitalismo italiano.
S’impongono nuove decisioni che portino l’Italia ad essere appetibile negl’investimenti esteri. Il coniglio del governo Monti, degna prosecuzione del gabinetto di Berlusconi-Bossi  è rendere facili i licenziamenti, che si uniscono ad una contrattazione aziendale ed a norme di leggi a favore delle imprese.
Il governo, dopo aver allungato l’età pensionabile, ricordiamo che le pensioni sono frutto dei versamenti dei lavoratori e delle aziende e non di regalie dello Stato, vuole in sintesi rendere facili i licenziamenti, ponendo come scusa la volontà di venire incontro alle nuove generazioni. Anche sulle pensioni si è usata questa ideologia, ma basta essere minimamente dotati d’intelligenza per comprendere che non si avvantaggiano i giovani mandando i padri ed i nonni in pensione più tardi, ammesso che ci arrivino, e rendendo più accessibili i licenziamenti.
L’Ocse nei giorni scorsi ha certificato  che  il grado di licenziabilità in Italia ( indice1.77)  è al di sotto della media  mondiale (2.11). Nei Paesi in cui è più difficile licenziare vi è la Germania (3.0) e i Paesi del Nord Europa. Nella stessa Cina, con una legge del 2008,  i licenziamenti  possono avvenire solo se vi è un giustificato motivo e  sono vietati se un lavoratore è dipendente  da almeno 15 anni nella stessa azienda e gli manchino meno di 5 anni alla pensione.
Il WIRU( World investement report unctad) calcola che gl’investimenti internazionali, nel triennio 2008-2010, siano andati all’Europa per 1138 miliardi di dollari, per 686 agli U.s.a.,  per 1039 all’intera Asia, Cina ed India comprese.
Degl’investimenti nel vecchio continente solo 18 miliardi sono andati all’Italia, 132 in Francia, 112 in Spagna, 90 in Germania, 228 in Belgio, 208 in UK, 52, in  Svezia, 40 in Polonia.
Questi dati dimostrano  che non è vero che i capitali vadano dove vi siano poche regole, bassi costi e mercati in espansione.
Chi investe chiede bassa pressione fiscale, certezza del diritto, di non dover sottostare a criteri corruttivi e malavitosi, trasparenza nel rapporto con lo Stato, mercato dei capitali e sistema bancario efficiente. Desidera anche flessibilità nel lavoro, ma non realtà da padroni delle ferriere, proprio di un capitalismo arretrato.
Non dimentichiamo che in Germania, la locomotiva d’Europa, gli stipendi sono il doppio di quelli italiani, gli aumenti contrattuali sono stati sostanziosi, negli ultimi anni le imprese si sono accollati gli eventuali esuberi, c’è il reddito minimo garantito e la legge prevede  che il licenziamento senza giusta causa sia illegittimo e debba essere risarcito con il reintegro sul posto di lavoro.
E allora di cosa parla la Fornero? In Italia per le aziende al di sotto dei 15 dipendenti non esiste l’art. 18. Anche in queste realtà si assume per il 70% con contratti precari e non con contratti stabili. Inoltre non risulta che sia cresciuta l’occupazione.
Poter licenziare per poter aumentare l’occupazione è una balla colossale, che solo chi è dotato di pochezza intellettiva può trangugiare. Certo il fatto che in passato altre balle di questo tipo siano state bevute, tipo quella di abolire la scala mobile per difendere il poter d’acquisto dei salari, dimostra che la propaganda de “i pugilatori a pagamento” ottiene risultati.
Rendere facili i licenziamenti serve solo a poter assoggettare ancora di più i lavoratori alla schiavitù del profitto e a fare loro accettare qualsiasi condizione pur di sopravvivere.  Il governo Monti, al servizio del profitto, fa solo fumo quando deve toccare altre classi, vedi evasione ed elusione fiscale e contributiva, cuoce l’arrosto colpendo i lavoratori ed i pensionati.
E’ sempre più chiaro per chi voglia prendere coscienza della realtà e non vivere nel mondo dei balocchi che questo sistema non è per l’essere umano, ma contro lo sviluppo spirituale, materiale ed intellettuale del genere umano.
“Per trasformare la proprietà privata e spezzettata, oggetto del lavoro individuale, in proprietà capitalista, occorsero naturalmente più tempo, sforzi e sofferenze di quanto non ne esigerà la metamorfosi in proprietà sociale della proprietà capitalista, che di fatto si basa già su un modo di produzione collettivo.
Là si trattava della espropriazione della massa da parte di alcuni espropriatori; qui si tratta dell’espropriazione di alcuni usurpatori da parte della massa.”
K- Marx
Il futuro è in una società senza classi!

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Passione per la lettura / Il dolce sapore del cielo
« il: Settembre 06, 2011, 17:27:07 pm »
Presentazione “ Sulle ali della libertà” Roma 20.06.2011

In un pianeta denso di mutamenti economici, sociali e politici, con la Cina sempre più protagonista
sulla scena mondiale, le previsioni dicono che nel 2016 sarà la prima potenza mondiale, scalzando gli U.S.A., si ergono due esseri umani di diversa età, Jonathan in Italia ed Hao nella terra del dragone, sognatori di libertà, intesa come soddisfazione delle necessità materiali e spirituali, di uguaglianza sociale, di fratellanza e di giustizia.
I loro animi trasudano amore per il genere umano, speranza di un mondo diverso e migliore, sogno per una vita goduta da ogni persona  in tutto il suo splendore.
Il movimento “Le ali della libertà”, fondato da Hao, si pone come frontiera per il mondo, come nuova dimensione sociale con al centro le esigenze degli esseri umani.
La vecchia società, in lotta tra i vari interessi di aerea geografica, nazionali, particolari, ma unita contro chi vuole superarla, si oppone alle nuove istanza popolari ed usa ogni arma per bloccarle.
La storia però non si ferma alla volontà di alcuno e fa il suo corso, basato su nuove realtà già radicate nel contesto socio-economico presente, che si afferma con tutta la sua forza.
“Sulle ali della libertà” vuole essere uno sguardo al futuro nell’osservazione del presente, partendo dal passato, e prefigura una potenziale tappa storica, forse non lontana.
Jonathan ed Hao sulle ali della libertà volano in alto, pieni d’amore, nel cercare di realizzare il “sogno”, presente in ogni animo umano, di una vita tranquilla, serena, felice.
Per loro la libertà materiale e la libertà spirituale sono intimamente legate l’una all’altra e, presupponendo uomini liberi, può essere concepita soltanto da uomini liberi.
Nel romanzo la storia personale di Jonathan ed Hao s’interseca con quella del mondo e mette in risalto la loro grandezza morale indirizzata all’umanità intera per un mondo nuovo in cui la vita e la felicità non siano solo parole, ma realtà tangibili.

Nell’attuale società l’interesse è il principio di ogni morale, anche se non coincide con quello umano,  nella società de “Le ali della libertà” l’interesse personale corrisponde a quello umano.
L’essere umano è libero non per la forza negativa di evitare questo o quello, ma per la capacità positiva di affermare la sua vera individualità in una dimensione socio-economica  dove  può liberamente estrinsecare la propria vita.

La società per cui lotta “Le ali della libertà” è una realtà in cui nessun essere umano è schiavo di un altro né materialmente né moralmente.
Il movimento lotta per la pace, per la fratellanza, l’uguaglianza, la libertà; per una dimensione dove ognuno dia il suo contributo sociale e riceva la possibilità di soddisfare i suoi bisogni materiali e spirituali.Un mondo dove uomini e donne abbiano l’opportunità di vivere come meglio credono e siano essi a decidere il loro presente ed il loro futuro.
Un poeta anonimo scriveva:

” Sii dolce con te stesso;
hai diritto di stare al mondo.
Con tutte le ipocrisie
le ingratitudini
e i sogni andati in fumo,
il mondo è ancora bello!
Metti uno specchio nell’anima
e lotta per essere felice!”

Jonathan ed Hao cercano ciò che amano perché non vogliono accontentarsi di ciò che trovano e sanno che i grandi mutamenti storici iniziano con un sussurro, ma poi rovesciano i tavoli della storia.




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L'angolo degli scrittori / Sulle ali della libertà
« il: Aprile 13, 2011, 11:51:04 am »
“Sulle Ali della libertà”


In un pianeta denso di mutamenti economici, sociali e politici, con la Cina sempre più protagonista sulla scena mondiale, si ergono due esseri umani, di diversa età, Jonathan,in Italia e Hao nella terra del dragone, sognatori di libertà, intesa come soddisfazione delle necessità materiali e spirituali, di uguaglianza sociale, di fratellanza e di giustizia.
I loro animi trasudano amore per il genere umano, speranza di un mondo diverso e migliore, sogno per una vita, goduta da ogni persona, in tutto il suo splendore.
Il movimento “Le ali della libertà”, fondato da Hao, si pone come nuova frontiera per il mondo una nuova dimensione sociale con al centro le esigenze degli esseri umani.
La vecchia società, in lotta tra i vari interessi di area geografica, nazionali, particolari, ma unita contro chi vuole superarla, si oppone alle nuove istanze popolari ed usa ogni arma per bloccarle. La storia però non si ferma alle volontà di alcuno e fa il suo corso, basato su nuove realtà già radicate nel contesto economico-sociale, che si affermano con tutta la loro forza.
“Sulle ali della libertà” è uno sguardo al futuro nell’osservazione del presente, partendo dal passato, e prefigura una potenziale tappa storica , forse non lontana.
Jonathan e Hao, sulle ali della libertà, volano in alto, pieni di amore, nel cercare di realizzare il “sogno”, presente in ogni animo umano di una vita serena, tranquilla e felice.


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