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« il: Ottobre 26, 2011, 18:09:19 pm »
Un pomeriggio lontano e fantastico, Anna G. che studiava stenografia viene presa in disparte dal professor P.M. Ol’chin.
<<Non desiderate, Anna Grigor’evna accettare un lavoro di stenografia?. Mi hanno incaricato di cercare uno stenografo e ho pensato che voi, forse, accettereste l’incarico>>.
<<Ho sempre desiderato vivamente di poter lavorare>> risponde Anna <<ma temo che la mia insufficiente conoscenza della stenografia non mi consenta di assumere la responsabilità di un vero e proprio lavoro>>. Ol’chin la assicura dicendole che il lavoro non richiede una velocità maggiore di quella che Anna possiede, e si dichiara persuaso che Anna assolverà quella mansione con successo.
<<Dove e con chi dovrò lavorare?>> chiede Anna.
<<Dallo scrittore Dostoevskij>> risponde Ol’chin. <<Attende adesso a un nuovo grande romanzo, e si propone di scriverlo con l’aiuto di uno stenografo>>. Anna acconsente.
Nascerà un grande amore, una grande intesa che rivelerà col passare del tempo che i due, lo scrittore Dostoevskij e la stenografa Anna sono fatti l’uno per l’altra.
Accade un giorno dopo mesi di conoscenza tra i due, che girando intorno all’argomento Dostoevskij rivela ad Anna il suo amore e la chiede in sposa. Con modi gentili e galanti si presenta alla madre di lei, che nonostante tutti i debiti di Dostoevskij prova simpatia per lui e non gli nega la propria figlia. Ha così inizio la loro vita insieme. Ci viene svelato un Dostoevskij amorevole, premuroso, accorto, affettuoso. Ci viene svelata la sua intera vita: una vita di passioni, di sofferenze, attraverso aneddoti talvolta divertenti e talvolta molto tristi.
Queste sono le memorie di Anna G. che prendono il titolo di Dostoevskij mio marito. Apparentemente pronunciate da una donna ormai vecchia e rigida, si rivelano invece un bellissimo romanzo di vita reale spennellato tappa per tappa da un animo accorto e sensibile che non rinuncia al compimento fedele di un periodo di vita che ha giostrato l’animo del nostro Dostoevskij. Si accenna in questo senza dilungarsi troppo, a tutte quelle condizioni che hanno contribuito alla vita di Dostoevskij, come la relazione con i parenti, la febbre del gioco, i viaggi in Italia, le visite ai musei, le infamanti voci, il rapporto tra lui e sua moglie, gli editori.. insomma: tutte quelle cose che sono state la vita di Dostoevskij, i suoi amori, le sue sofferenze. Viene fedelmente dipinto un uomo fedele, romantico, sincero, appassionato, sofferente, economicamente povero, generoso, ma sempre al punto giusto; ma anche geloso, gelosia che implicherà varie rinunce per Anna G. Dostoevskaja. Dostoevskij conduce una vita molto movimentata, ricca di avvenimenti, nella quale dovrà mettere a dura prova il proprio animo. La compagnia della moglie Anna sarà per lui un grande conforto. Sarà ella a tenere l’amministrazione della casa e Dostoevskij non deciderà alcuna cosa senza prima aver sentito il parere di lei. Vi sono molti incidenti, coincidenze che sogliano abitare la vita di ognuno di noi, ed attraverso il racconto della signora Anna avremo una conferma dell’impossibilità di trarci in disparte dalla caotica e armoniosa routine della vita. Dostoevskij ama molto il popolo, e sente molto la vita russa, tanto che se si trova distante da essa dice di non riuscire <<come vuole>> a portare avanti il proprio romanzo, e difatti più tardi, tornerà con gran gioia ad abitare i luoghi preferiti. I due coniugi vivono sommersi nei debiti, la vita è un continuo andirivieni tra piccole entrate e grandi uscite senza tralasciare che Dostoevskij ha per un buon periodo di quella vita che comprende anche Anna l’ineluttabile vizio del gioco che però, fortunatamente, abbandona un giorno per sempre, un giorno molto importante per Anna.
Tre anni prima che morisse Dostoevskij si trovò con la moglie al funerale di Nekrasov, suo grande amico sin dall’infanzia, e disse alla moglie le seguenti parole: <<Quando morirò io, Anna, mettimi qui, oppure dove vuoi, ma non nel cimitero di Volkov, tra i letterati. Non voglio riposare in mezzo ai miei nemici; mi hanno fatto abbastanza soffrire in vita>>. Quando Dostoevskij morì, il corteo era composto di sessanta od ottantamila persone, che portavano una quantità enorme di fiori.
Il racconto di Anna G. Dostoevskaja è commovente sino all’ultimo.
Se vogliamo leggere qualcosa sulla vita di Dostoevskij, qualcosa di completo, qualcosa di genuino e sincero, non ci resta che leggere Dostoevskij mio marito.